L'idiota
Fedor Michajlovic Dostoevskij
Una parabola di tre amori: Myskin e Nastàs'ja, Aglàja e Myskin, Nastàs'ja e
Rogòzin: "Se davvero tutte queste sono forme d'amore, ebbene è il concetto
stesso di amore che ci si dissolve tra le mani, come una chimera che può
assumere le forme più assurde e contradditorie, fino a far perdere qualsiasi
senso al suo stesso nome". Un romanzo intessuto di tutti i principali temi della
narrativa dostoevskiana, del dilemma dell'esistenza; un racconto polifonico di
personaggi ambigui, non conclusi, che ruotano attorno alla figura del principe
Myskin. Egli non è un profeta, né un cercatore di Dio che spera di trovare la
Verità, un credo che gli sveli il significato della vita; no, l'"idiota" è un
malato, a metà strada tra l'angelo e l'uomo, "uno che cerca nell'intimo della
sua coscienza le motivazioni essenziali del suo modo di essere, evitando da una
parte le insidie della volontà di autoaffermazione, e dall'altra ogni tentazione
di voler rappresentare un modello o un esempio per gli altri, di pretendere di
indicare a essi la via. Il mondo gli appare come un immenso enigma, che ora lo
riempie di gioiosa e ammirata esultanza, ora invece gli fa avvertire una
dolorosa stretta al cuore per lo struggente sentimento di essere l'unico
estraneo a quel 'banchetto'".

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Il giocatore
Fedor Michajlovic Dostoevskij
La passione di quasi un decennio per il gioco d'azzardo, vissuta da Dostoevskij
con incontenibile entusiasmo per l'inebriante commistione di audacia, voluttà e
di sofferenza in esso contenuta, viene narrata in questo romanzo scritto in
ventisei giorni. La duplice attrazione del protagonista per il gioco e per
l'altera e inquietante Polina, pur in circostanze, ambienti e atmosfere
vagamente allucinate, riflette le circostanze e gli ambienti reali della
personale vicenda dell'autore. Ma un altro motivo autobiografico determina un
più segreto e vertiginoso intreccio nella storia: in una condizione di
implacabile necessità (Dostoevskij deve consegnare il manoscritto in un tempo
brevissimo, pena l'acquisizione dei diritti sulle sue opere da parte di un
editore-usuraio), un uomo già divorato dalla passione per la roulette scrive
della natura sovranamente superflua del gioco. E mentre s'innamora di una donna
serena, salda, positiva, oscillante tra desiderio di schiavitù e pulsione
omicida per quella donna ambigua, imprevedibile, possessiva.

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Il processo
Franz Kafka
A Josef K., un giovane impiegato di banca che conduce una tranquilla vita
borghese, viene notificato di essere in arresto per una colpa misteriosa. Il
giovane cerca di difendersi, ma non riesce neppure a sapere di che cosa
precisamente venga accusato. Lenta ma inarrestabile, la macchina processuale
invaderà a poco a poco tutta la sua esistenza finché, solo e abbandonato da
tutti, Josef K. accetterà di soccombere. Scritto nel 1925, variamente e
discordemente interpretato dalla critica, "Il processo" è forse il romanzo di
Kafka che meglio descrive l'angosciosa condizione dell'uomo in una società
divenuta ormai troppo complessa, vissuta come un meccanismo implacabile e fine a
se stesso, indifferente a qualsiasi autentico valore.

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Orgoglio e pregiudizio
Jane Austen
"Orgoglio e pregiudizio" è certo il più famoso e letto dei sei romanzi scritti
da Jane Austen. Ambientato nella provincia inglese sul finire del XVIII secolo, ne ritrae con acume e garbo
incantevole le abitudini, la mentalità, i riti, offrendoci un quadro tra i più
convincenti e realistici della società del suo tempo. Così ancora oggi, a
duecento anni di distanza, riesce a coinvolgere e divertire il lettore
raccontando la storia delle cinque sorelle Bennet alle prese con i loro
corteggiatori, le manovre della madre per farle maritare convenientemente, le
schermaglie della brillante e orgogliosa Elizabeth con l'altezzoso Darcy, che
alla fine rinuncerà ai propri pregiudizi pur di conquistarla.
Divertente e scorrevole. Nonostante la mentalità di quel periodo, ci si
riesce ad immedesimare nei personaggi, tanto da sentirsi trascinati nella
bellissima storia.

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Emma
Jane Austen
È la storia di Emma Woodhouse, affascinante figura di donna che ha ispirato il
film di successo. Ereditiera bella e un po' viziata, giovane e sola, narcisista
e intelligente, Emma, pur ritenendo di non doversi sposare, trascorre il suo
tempo cercando di combinare matrimoni tra amici e conoscenti. In questo
scenario, solo apparentemente tradizionale, si innesta una serie di
fraintendimenti tra la protagonista e gli altri personaggi, quasi una "commedia
degli equivoci" che costituisce il motore principale dell'intreccio. L'eroina
austeniana scambia la realtà con la propria immaginazione manifestando, quasi
fosse un don Chisciotte al femminile, una moderna difficoltà comunicativa con
gli altri. Alla fine, "Emma" si rivela una satira divertente e spietata di ogni
pretesa di razionalità assoluta.
Meglio il libro del film!

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Paula
Isabel Allende
Paula, nata il 22 ottobre 1963, è una ragazza felice, innamorata di suo marito,
appassionata del suo lavoro.
La sua è una vita semplice, e non ha niente a che vedere con quella di sua madre
Isabel.
Due donne, due destini diversi. Improvvisamente, a ventott'anni, Paula si ammala
di una malattia gravissima, la porfiria, che la trascina in un coma da cui non
c'è ritorno. Isabel accorre al suo capezzale per cercare di trattenerla in vita
o, forse, per accompagnarla dolcemente verso la fine... Grazie alla magia della
scrittura, cerca di "distrarre la morte", cerca di trovare un senso a una tale
tragedia evocando la sua esuberante e bizzarra famiglia perché circondi Paula e
la aiuti a superare, senza perdersi, il confine della vita. Un'autobiografia,
una storia esemplare di dolore e di speranza, una straordinaria confessione
sulla genesi delle sue opere, i suoi viaggi, gli amori: Isabel Allende,
mescolando con franchezza e umanità il riso al pianto, dice addio a Paula come
donna per darle il benvenuto come 'spirito'. Perché non esiste separazione
definitiva finché esiste il ricordo.
È bellissimo e agghiacciante allo stesso tempo: l'autrice riesce a farti
immedesimare nel suo dolore, a farti sentire quello che lei stessa ha provato, un libro indimenticabile
perché anche nel dolore la Allende non scade nel patetico: un'angoscia
sopportata con dignità riesce sempre ad insegnare qualcosa.

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La casa degli spiriti
Isabel Allende
Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il
destino di tutto un popolo. Un grande affresco anche per il fascino e l'emozione
che suscita.
E' un libro, una favola, una storia, raccontata da
una scrittrice libera....
Si viene catapultati in una realtà familiare, storica e spirituale mai vista.
L'impegno politico e l'amore scaturiscono dai personaggi arrivando fino al cuore
di chi legge. Ci si affeziona a loro e si impara a conoscerli ed amarli tutti.
Da loro si apprende un modo di amare silenzioso ma palpabile. È un libro che va
letto attentamente, senza peccare di superficialità: bisogna entrare nella
storia per comprenderla appieno.

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La signora dalle camelie
Alexandre Dumas
La signora delle camelie è uno di quei romanzi che, pur datati, riscuotono da
decine di anni un notevole consenso popolare. Oggetto di critiche ed
interpretazioni fra le più disparate e contrarie, il romanzo che, rispetto alle
più celebri riduzioni teatrali ed operistiche, vanta una maggiore analisi
psicologica dei personaggi ed un'immediatezza e credibilità sicuramente motivati
dalla presenza del narratore-testimone, non può che avvincere il lettore fin
dalle prime righe. L'amore profondo e puro di Margherita ed Armando, contrastato
in nome delle buone regole piccolo-borghesi, anche quando la "peccatrice" si
redime; l'abnegazione ed il sacrificio incompreso di costei, la nobiltà d'animo
che pervade le ultime pagine del suo diario, elevandola sopra lo stesso mondo
che aveva puntato contro di lei lo stesso indice accusatore, ci fanno
dimenticare carrozze e cavalli e vivono in quanto sentimenti umani e
perpetuabili.
È una bellissima favola amara, che mi ha
commosso e mi ha fatto sognare. Diversa e decisamente migliore di tutte le
versioni cinematografiche ed operistiche che circolano da sempre.

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I dolori del giovane Werther
J. Wolfgang Goethe
Attraverso le lettere scritte dal protagonista, viene narrata la passione
infelice di Werther. giovane artista borghese rifugiatosi in campagna, per
Lotte, onesta fanciulla di nobili sentimenti, fidanzata con Albert. Instaurato
un rapporto di pura confidenza, egli finirà per innamorarsi perdutamente della
bella giovane, nel frattempo sposatasi con il suo promesso. Cedendo alle
effusioni di Werther, Lotte deciderà in nome della morale, di allontanarlo dalla
sua vita, provocandone il suicidio.
Quest'opera conserva ancora oggi un fascino profondo, una sua
inconfondibile originalità, caratterizzata dalle contraddizioni provocate dagli stati emozionali del personaggio, ora rapito nell'osservare la
bellezza estasiante di un frammento di natura, ora rinchiuso in se stesso,
mentre nel suo cuore si agitano tempestose passioni.

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Le affinità elettive
Johann Wolfgang Goethe
Geniale rappresentazione della disgregazione della società
aristocratica settecentesca e del tramonto di un mondo, "Le affinità elettive"
cela in sé, sotto apparenze semplicissime, una malinconica riflessione sulla
potenza dell'eros e sull'irreversibile scorrere del tempo, ma anche sul
contrasto tra natura e istituzioni dell'uomo e sul conflitto distruttivo che da
esso scaturisce.

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Casa di bambola
Henrik Ibsen
La leggenda di Nora è tenace, resistente, dura a morire. Da oltre cent'anni
"Casa di bambola" è considerata (a torto...) come una delle più celebri
testimonianze a favore della lotta femminista, o per lo meno come una persuasiva
perorazione dell'eguaglianza tra i sessi. Ma in realtà, se si legge il testo
senza preconcetti, si scopre facilmente che non solo l'ottica ibseniana è tutta
all'interno dell'ideologia del matrimonio, ma che, anzi, si tratta di un
matrimonio sbilanciato in cui il marito è in pratica un marito-padre, dominatore
e protettivo al tempo stesso, e la moglie è una moglie bambina, subalterna,
bisognosa di soccorso (e ben contenta di aver bisogno di soccorso). Se Nora è
ferocemente critica con il marito Torvald, se alla fine decide di andarsene di
casa, ciò avviene non già perché Torvald sia un marito troppo padre padrone
bensì, all'opposto, perché troppo poco padre padrone, perché nel momento
dell'aiuto non è accorso al galoppo, in suo aiuto un angelo intrepido come un
San Giorgio. Conclusione, questa, che potrà risultare sconcertante per chi è
abituato a concepire Ibsen come l'anti-Strindberg, intellettuale ottocentesco
progressivo, autore di una drammaturgia civile, condottiero intransigente di
battaglie per la liberazione della donna, ma lo strindberghismo ibseniano è
un'acquisizione convincente della critica più aggiornata, una rivoluzione
copernicana cui non è più possibile rinunciare.

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Madame Bovary
Gustave Flaubert
Sullo sfondo della provincia francese della metà dell'Ottocento, la vicenda di
Emma Bovary, moglie borghese inquieta e frustrata alla vana ricerca di un
appagamento sentimentale e di una promozione sociale. Come ha scritto Margherita
Giacobino nella sua Postfazione, Flaubert ha ritratto in Emma Bovary
"l'inconsistenza drammatica e grottesca della donna del ventesimo secolo,
velleitaria, consumista, sognatrice, nevrotica e autopunitiva [ ... ] Emma
Bovary è la donna che la società del nostro secolo ci propone e ci pubblicizza,
enfatizzandone la bellezza e il potere seduttivo, e tacendone le miserie; è la
donna che tutte noi potremmo diventare, se fossimo, come lei, pronte a cadere
nello specchio che l'uomo ci porge e in cui, per primo, si rispecchia".

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Cime tempestose
Emily Bronte
Nell'inquietante selvaggia brughiera dello Yorkshire una passione distruttiva
travolge la vita di due esistenze in conflitto: Heathcliff, misterioso
trovatello, non si rassegnerà mai a perdere la sua Catherine, la cercherà,
perseguiterà e amerà sempre. Un capolavoro della letteratura inglese e unico
romanzo di una grande scrittrice, che in quell'ambiente isolato puritano è
sempre vissuta e vi è morta, appena trentenne.

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La coscienza di Zeno
Italo Svevo
Rimasto incompreso per lungo tempo, "La coscienza di Zeno" è il più importante
romanzo di Svevo e uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea.
È il resoconto di un viaggio nell'oscurità della psiche, nella quale si
riflettono complessi e vizi della società borghese dei primi del Novecento, le
sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua nascosta, tortuosa, ambigua
voglia di vivere. L'inettitudine ad aderire alla vita, l'eros come evasione e
trasgressione, il confine incerto tra salute e malattia diventano i temi
centrali su cui si interroga Zeno Cosini in queste pagine bellissime che
segnarono l'inizio di un modo nuovo di intendere la narrativa. Primo romanzo
"psicoanalitico" della nostra letteratura, quest'opera rivoluzionaria seppe
interpretare magistralmente le ansie, i timori e gli interrogativi più profondi
di una società in cambiamento.

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Senilità
Italo Svevo
A trentacinque anni Emilio Brentani vive un'esistenza grigia accanto alla
sorella Amalia, una donna semplice e buona, ma non più giovane né bella finché
incontra Angiolina, una vitale e 'facile' popolana con cui intreccia una
relazione. Emilio attribuisce a questo rapporto un significato che l'indole
morale della ragazza non sa sostenere. L'amico Balli viene coinvolto nella
vicenda e Angiolina ne diventa l'amante. Amalia se ne innamora nascostamente;
quando il suo sentimento viene scoperto, sentendosi frustrata e derisa si
stordisce con l'etere e ne muore. Emilio, completamente vinto dalle vicende,
rinuncia a sentirsi vivo e sceglie 'la senilità', rinunciando così anche alle
emozioni e ai sentimenti.

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L'immortalità
Milan Kundera
Kundera ha l'arte di dire nel modo più limpido le cose che è più difficile dire
a se stessi. E in questo romanzo ha teso all'estremo questa sua capacità.
A partire dal semplice gesto di un braccio, da cui vediamo nascere - quasi
davanti ai nostri occhi - un memorabile personaggio femminile, sino a figure di
'grandi uomini' come Goethe e Hemingway, colte nel proprio imbarazzo di fronte
al loro ruolo di 'immortali', una tessitura musicale finissima di temi e di
caratteri ci avvolge in queste pagine, che procedono per sorprese magistralmente
scandite, al punto di introdurre uno dei personaggi più importanti proprio
quando la narrazione si avvia alla fine. Se l'arte del romanzo ha oggi ancora
una voce, è quella che ci parla e ci trascina dietro di sé in questo libro.

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L'insostenibile leggerezza
dell'essere
Milan Kundera
Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e
apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile.
Forse solo la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono a questa
condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro
universo da quello del vivere.
Italo Calvino
Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola
lievemente nell'aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono
respinti dai loro simili e trascinati dalla 'com-passione' verso i corpi e le
anime possedute dalla pesantezza. Così accade nel romanzo: Tomas ama Tereza,
Tereza ama Tomas: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz;
quasi come nelle "Affinità elettive" si forma il perfetto quadrato delle
affinità amorose.
Pietro Citati

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