Non so voi, ma io sono cresciuta con questa parola nelle orecchie: mia madre diceva spesso "Che zibaldone, mettete a posto!" Un mio vecchio professore delle magistrali poi, ci fece comprare un grosso quaderno che chiamava appunto Zibaldone, dove ci invitava a scrivere pensieri, opinioni, appunti presi durante le lezioni, concetti poco chiari, ecc.
Bene, non voglio assolutamente misurarmi con il grande Leopardi che scrisse il suo Zibaldone parecchi anni fa, ma mi piace l'idea di una porta che si apre su pensieri e riflessioni, su cose "importanti" che attraversano la nostra vita.

  Scovati nella rete Tutto quello che mi serve sapere
"LA MANO NEL CAPPELLO" I bambini imparano ciò che vivono
"SE GUARDO IL CIELO" "Se ..." dedicato ai miei figli
Lettera a Laura Lettera a Daniele
Trova il tempo Lettera di un padre al proprio figlio
Cibo e amore: pensieri.    

 


COLLANA: NEI PANNI DEGLI ALTRI
LA MANO NEL CAPPELLO
Storie di ex ultimi della classe
 ANTONELLA VANDELLI e GABRIELLA MERONI
Editrice Monti

Un libro garbato e coinvolgente, ... speciale, scritto da Antonella, una persona speciale!

L’opera:
“La città è invasa dalle lettere”, esclamò Fabio il giorno in cui si rese conto di aver imparato a riconoscere l’alfabeto. Lui che era già stato classificato un “fallimento”.
La mano nel cappello (dall’espressione inglese Hand in cap, da cui deriva il termine “handicap”) presenta le storie di 14 ragazzi disabili, raccontate con passione e delicatezza dalla loro insegnante di sostegno. Il racconto non solo di successi educativi, ma di una sfida: trovare anche nel bambino più chiuso e “difficile” le risorse per raggiungere un equilibrio emotivo e intellettuale, e soprattutto recuperare l’autostima e l’accettazione dei propri limiti. Un ritratto attuale e coinvolgente dell’insegnante di sostegno, figura chiave di una reale integrazione scolastica.
Arricchiscono il testo la prefazione di Franco Bomprezzi e un’appendice di servizio curata da Nicola Quirico, presidente della FADIS (Federazione Associazioni Docenti per l’Integrazione Scolastica), ricca di riferimenti legislativi, bibliografici e associativi.

Le autrici:

Antonella Vandelli, dagli anni ’80 è insegnante di sostegno in un istituto della provincia bolognese.
Gabriella Meroni, giornalista, è redattrice del settimanale Vita e collabora con Radio 24 – Il Sole 24 Ore.


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"SE GUARDO IL CIELO"
Corso di religione cattolica per la scuola elementare
ELISA BRAGAGLIA - FABIANA GIULI - ELISA POMPILIO
EDB Edizioni Dehoniane Bologna

Non insegno Religione, ma rispetto chi la insegna e chi ... la impara. Ne ho visti tanti di testi, ma questo è diverso: bellissimo, chiaro e solare è ricco di proposte e giochi divertenti. A Elisa Pompilio, collega ed amica da tanto tempo, i miei complimenti ed auguri!
 

Il corso di religione cattolica per la scuola elementare Se guardo il cielo segue la proposta della sperimentazione dei nuovi programmi di religione.
Il testo si vuole rivolgere a tutti, non solo agli alunni con un’adesione chiara e formale alla fede cristiana e alla vita ecclesiale. La maggior parte dei nostri alunni nasce in una cultura che affonda le radici nel patrimonio cristiano cattolico; non si può quindi prescindere dalla conoscenza della fede cristiana per comprendere e apprezzare ciò che secoli di storia ci hanno fatto ereditare. I bambini sono poi in contatto quotidiano con culture diverse che vanno conosciute e apprezzate. È importante riconoscere, oltre alle immediate differenze, anche le somiglianze, soprattutto la ricerca di senso che accomuna ogni cultura ed espressione religiosa.

 

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Lettera a Laura

Dicembre 1984
Sono seduta e ti sto guardando, mentre la tua manina stringe il mio dito: sei così piccola ed indifesa che vorrei tenerti sempre tra le mie braccia! Mi sembra ieri quando ho saputo che saresti arrivata. Ricordo molto bene cosa ho provato in quel momento, mi avevano detto che non avrei mai potuto avere figli, e invece ... era tutto così "grande" che non riuscivo a capacitarmene! Quanto avevo aspettato quel momento, ma era proprio vero? Stava capitando proprio a me? Sì ed era proprio lì, davanti a me, in quel cerchiolino blu, nella provetta del test di gravidanza ...
E così è cominciata la nostra avventura. Da quel giorno ho cominciato a parlarti, ti ho sentita sempre più parte di me, una parte meravigliosa e importantissima. Insieme abbiamo trascorso momenti indimenticabili, tu crescevi e ti facevi sentire: prima un lievissimo fruscio, come di una piccola farfalla che comincia a volare, poi sempre più distintamente, ricordi?
Andavo a scuola e cercavo di lavorare con i miei ragazzi, ma a te tutto quel rumore e brusio non piaceva un granché, forse disturbava quel tuo piccolo mondo fatto di suoni attenuati e luci soffuse, così me lo facevi capire in quel tuo modo tutto particolare, un calcetto qui, un piccolo colpo là, ...
A volte non avvertivo la tua presenza per un'intera giornata e allora mi preoccupavo e aspettavo la sera, quando, sdraiata sul letto aspettavo anche un piccolo richiamo e dopo un tempo che mi sembrava interminabile, eccoti lì, spuntavi ad un tratto come per dirmi "sto bene!"
E quegli istanti trascorsi con papà, a sognare mille progetti per il tuo futuro, istanti rubati spesso ad una notte insonne, perché forse per te era giorno e ti faceva piacere fare mille capriole dentro di me? Era bello sentire che c'eri anche tu!
Ci sono stati anche momenti difficili, giornate che sembravano interminabili, trascorse a riposo, nel timore di perderti ... giornate trascorse a leggere tutto quello che trovavo che mi aiutasse a conoscerti sempre meglio ... e intanto tu crescevi, a poco a poco, ogni giorno di più.
E la tua prima fotografia? Eri davvero piccolissima e, solo l'abilità del dottore riusciva ad identificarti, eppure io già ti riconoscevo e non ti avrei confuso con nessun altra! Ricordo anche il giorno dell'ultima ecografia, quando mi dissero che eri una bambina: sai, è stato bellissimo! Anche se non mi ero mai preoccupata di sapere se eri un maschio o una femmina, dentro di me lo avevo sempre saputo che era una bambina e già immaginavo un futuro in cui io e te avremmo condiviso gioie e piccoli segreti.
Mancavano ormai pochi giorni, quando pensasti bene di anticipare la tua venuta. Quanto avevo aspettato e temuto quel momento: da settimane i medici mi ripetevano che sarebbero intervenuti per evitarmi le sofferenze e i problemi del parto, ma io ero decisa a vivere fino in fondo quel momento coscientemente e da protagonista e non volevo sentir parlare di intervento! Tutto sembrava accadere troppo in fretta ... ma poi, con il tuo papà al mio fianco, entrai finalmente in sala parto e tu nascesti come tutti i bambini del mondo: tra lacrime e infinita gioia! Ed eccoti lì, un meraviglioso fagottino tra le mie braccia, ricordo di aver pensato, mentre il papà ci teneva strette strette, "Sei la cosa più bella che mi potesse capitare!"
La mamma

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Lettera a Daniele

Settembre 1991
Caro Daniele, stanno per aprirsi le porte di un "mondo nuovo": la scuola materna. D'accordo, non sei certo cresciuto isolato fino ad ora, hai avuto al fianco tua sorella Laura, sei perfino stato al Nido... ma ormai sono talmente tanti mesi che non ci vai più, che non ti ricordi che cos'è un gruppo di bambini ... un gruppo compatto intendo, che gioca, che impara e litiga assieme, che non ha la mamma a difenderlo ...
Già, la mamma, abbiamo vissuto quasi in simbiosi io e te in questi tre anni: tu stavi male, io stavo male; tu non dormivi (.. mai!), io non dormivo; tu non mangiavi (... mai!) io non mangiavo, io andavo in bagno, tu mi seguivi (... o vai mama?); ora però stai bene ed è giunto il momento di cominciare a volare, da solo ...
Certo in tutto questo tempo non sei stato da solo, hai amici che fanno merenda con te, che giocano a palla, ai guerrieri, amici, figli di mamma e papà, che , mentre fanno tardi sul divano, si nascondono con te sotto alla tavola, in mezzo alle sedie, ma soprattutto amici dei giardini che fanno gare di biciclette, corse fino alla fontana ... Sono importanti, ma gli amici dell'asilo sono un'altra cosa! Prima di tutto sono un "branco" e nel branco bisogna correre, bisogna imparare a muoversi, ad intendersi, a litigare; bisogna capirsi e imparare a viverci assieme.
Con gli amici "di casa" tutto è più semplice: se si litiga, basta non vedersi più, se uno è antipatico, non lo si invita più, se c'è un prepotente lo si affronta con maggior coraggio, ad armi pari, è uno contro uno, all'asilo no!
Alle nove li troverai già tutti lì, ancora intontiti dal sonno, con un'aria innocua, inoffensiva. Sembreranno tanti angioletti, i compagni ideali, ma lascia che il sonno evapori e guarda cosa salterà fuori: ci sarà l'arrogante che comanda tutti, il permaloso che si offende se lo guardi due volte, il piagnucoloso che cerca continuamente la mamma e trova tremendo il dolore della punta di una matita sulla gamba, il timido che non si "schioda" dalla sottana della maestra, anche quando avresti bisogno tu di essere consolato, l'infido che ti ruba il colore giallo proprio quando devi colorare il sole, lo spione che spiffera i tuoi più nascosti segreti ... Insomma ti dovrai destreggiare tra tutti e scoprirai che, anche se non li hai invitati personalmente, te li ritroverai attorno tutte le mattine e dovrai sorbirteli fino a metà pomeriggio!
E i "grandi"? Finora sono stati una quasi tua proprietà, fino a ieri eri il cocco dei nonni, il trastullo di Laura, l'ometto dello zio, l'amore di mamma e papà. All'improvviso, all'asilo, di adulti ne troverai uno, al massimo due che non solo non ti preferiranno a gli altri, ma anzi, faranno tutti gli sforzi possibili per essere democratici e orribilmente imparziali. Insomma ... ti metteranno assieme ai piagnucolosi, daranno lo stesso numero di biscotti a te e agli infidi, distribuiranno gli stessi fogli e gli stessi colori a te e agli spioni, insomma un disastro! Dovrai accettare di essere sullo stesso piano degli altri, di non essere al centro del mondo, dovrai crescere!
... ma ricordati che tutto il resto sarà puro piacere e ci saranno un mucchio di cose che potrai fare e che io non ti ho mai permesso...
Potrai giocare con la terra e con l'acqua, picchiare come un disperato sul tamburo, arrampicarti sulle spalliere, appenderti alle sbarre e dondolarti, trasportare una carriola che cigola, andare in altalena, magari in tre o quattro, pasticciare con le tempere senza stare attento alle poltrone, ecc. Insomma la fatica e l'impegno non saranno trascurabili, ma in cambio potrai muovere i primi passi in un mondo nuovo, auguri figlio!
La mamma

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Dedicato ai miei figli

Se ...
( Lettera al figlio, 1910 )
di Rudyard Kipling

Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo;

Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo conto però dei loro dubbi;

Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono ne' parlare troppo da saggio;

Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;

Se riesci a pensare senza fare di pensieri il tuo fine;

Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio nello stesso modo;

Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto,
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui;

Se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita distrutte
e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire una sola parola su quello che hai perso;

Se sai costringere il tuo cuore,i tuoi nervi,
i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c'e' più nulla
tranne la volontà che dice : resisti!;

Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà
o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale;

Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;

Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;

Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
tua e' la Terra e tutto ciò che vi e' in essa
e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio !
 

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I bambini imparano ciò che vivono
di Doret Law Nolte


Se il bambino viene criticato, impara a condannare.

Se vive nell'ostilità, impara ad aggredire.

Se vive deriso, impara la timidezza

Se vive vergognandosi, impara a sentirsi colpevole.

Se vive trattato con tolleranza, impara ad essere paziente.

Se vive nell'incoraggiamento, impara la fiducia.

Se vive nell'approvazione, impara ad apprezzare.

Se vive nella lealtà, impara la giustizia.

Se vive con sicurezza, impara ad aver fede.

Se vive volendosi bene, impara a trovare amore e amicizia nel mondo.
 

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Trova il tempo
Antica ballata irlandese


Trova il tempo di riflettere,

è la fonte della forza.

Trova il tempo di giocare,

è il segreto della giovinezza.

Trova il tempo di leggere,

è la base del sapere.

Trova il tempo di essere gentile,

è la strada della felicità.

Trova il tempo di sognare,

è il sentiero che porta alle stelle.

Trova il tempo di amare,

è la vera gioia di vivere.

Trova il tempo d'esser contento,

è la musica dell'anima.

 

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TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE
Di Robert Fulghum

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:

Dividere tutto con gli altri.

Giocare correttamente.

Non fare male alla gente.

Rimettere le cose al posto.

Sistemare il disordine.

Non prendere ciò che non è mio.

Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.

Lavarmi le mani prima di mangiare.

I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.

Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.

Fare un riposino ogni pomeriggio.

Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.

Essere consapevole del meraviglioso.

Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.

Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.

Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.

Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.

Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.

Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.


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13 novembre 2010
Oggi per me è una giornata terribile.
Avrei voluto scriverla io, ma mi sento come morta, svuotata di tutto ...

LETTERA DI UN PADRE A SUO FIGLIO   da "Gocce di Memoria"
Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose … non mi interrompere … ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finche’ non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare … ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perche’ non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire ….. la cosa piu’ importante non e’ quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto … non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio

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Cibo e amore: pensieri.
In questo periodo, così strano per me, pieno di cambiamenti, anche radicali, mi sto interrogando su molte cose. Oggi pensavo a quanto mi piace cucinare e quanto poco posso farlo ora.
Questa mattina ho trovato in uno scatolone, una ricetta che la nonna mandò alla mamma quando aspettava me, "come fare i galani" (le nostre sfrappole), è così vecchia che temo mi si sbricioli tra le mani! Mi vengono in mente allora cibi che non cucino più, preparazioni dimenticate, rivedo la mamma, i miei figli piccoli .... vengono alla luce, episodi di vita, rastrellati tra i ricordi dell'infanzia, le grandi tavolate di parenti, e poi i luoghi, le persone e tutti gli affetti che hanno affollato la mia vita, il mio cammino,
Cucinare non è per sé, ma per qualcuno, vuol dire prendersene cura, con amore. Ecco: chiudo gli occhi e mi lascio andare, quasi gustando, e per magia si attivano tutti i sensi: le immagini, i suoni, i profumi, ritornano. Per una straordinaria alchimia le emozioni si mescolano alle pietanze, in giuste dosi, golosamente scorrono piaceri e ricordi.
Uno alla volta i miei ragazzi sono usciti di casa per farsi una vita propria, una famiglia, per "volare con le loro ali" e io ora cerco un modo per non spezzare quel filo di vita, quotidianità, complicità e confidenza, per gioire ancora assieme di scoperte, emozioni , conquiste. E cosa c'è di meglio del cibo? Il primo strumento di conoscenza è la bocca, e il legame tra sapore e libidine, cura e affetto, gusto e memoria, è fortissimo....
Mi piacerebbe scrivere un libro, perché no? Un libro di ricette, e piccole, personali, riflessioni, il cui tramite è la cucina, il cibo, per ricordare e tramandare.
Mah, forse è solo un momento ... passerà!

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